giovedì 25 giugno 2009

MOSTRA ICONOGRAFICA DI CIMELI DELL’ARMA DEI CARABINIERI. 27 GIUGNO – 18 LUGLIO 2009

L’arma dei Carabinieri di Enna, al Comando del Colonnello Michele Di Martino, con l’ausilio dell’Arma in congedo (Associazione Nazionale Carabinieri di Enna), ha creato una mostra iconografica di cimeli, uniformi, fotografie storiche dell’Arma dei Carabinieri presso il Palazzo sede della Pro Loco di Via San Silvestro in Troina.
L’iniziativa, che nasce da un’idea del Signor Comandante Provinciale di Enna, vuole coinvolgere i maggiori enti cittadini e la popolazione tutta, attraverso l’apertura al pubblico dei locali del Palazzo della Pro Loco che si collocano idealmente in posizione centrale rispetto allo svilupparsi della cittadina di Troina.
Questa è ormai la quinta tappa di una iniziativa che vuole costituirsi come mostra itinerante, che nel recente passato si è svolta presso Enna, Valguarnera, Nicosia e Regalbuto, riscontrando sempre maggiore successo tra la popolazione incuriosita ed affascinata da un mondo solo in parte conosciuto.
La manifestazione di inaugurazione avrà inizio alle ore 17.00 di sabato 27 giugno 2009 e vedrà quali protagonisti principali i militari del Comando Provinciale di Enna che, attraverso una rappresentanza delle singole Compagnie Carabinieri di Enna, Piazza Armerina e Nicosia, darò corpo ad un Plotone in armi equipaggiato della storica Grande Uniforme Speciale. Questa particolare divisa, che riproduce in maniera esatta quella che veniva indossata dai militari in servizio nell’ottocento, contribuisce a dare alla cerimonia la giusta solennità, vista anche la sequenza delle operazioni che prenderanno vita durante la giornata di Sabato 27 giugno. Il Plotone in armi, infatti, dopo essersi adunato presso la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Troina, sarà raggiunto dalla banda comunale diretta dal Mestro Terrana che, in testa allo schieramento, sfilerà per le vie cittadine. Lungo l’itinerario verranno eseguite numerose marce, soprattutto di matrice militare, tra le quali spiccano “I Diavoli” (Inno della Brigata Sassari che, nella storia d’Italia ricopre un ruolo particolare essendo stata formata durate la prima guerra mondiale attingendo dagli strati più poveri e meno abbienti dell’isola sarda, riuscendo a sbaragliare intere brigate austriache – da cui il soprannome “diavoli”), la “Parata d’Eroi” (che inneggia al valore ed all’eroismo delle truppe italiane nel secondo conflitto mondiale) e La “Fedelissima” (brano appartenente al repertorio dell’Arma dei Carabinieri, definita appunto “fedelissima” per l’abnegazione e lo spirito di servizio di coloro che la compongono). Allo stesso tempo, però, per sottolineare anche il carattere ludico della cerimonia, verranno eseguiti brani tipici della tradizione siciliana quali “Vitti na crozza”, “Funiculì Funiculà”, “E voi dormite ancora”, il tutto accompagnato dalla magistrale esecuzione canora di due dei più famosi protagonisti dell’opera siciliana, il soprano Professoressa Anna di Marco ed il tenore Professor Salvatore Bellìa. Nello specifico, nella Piazza Conte Ruggiero, proprio di fronte al Palazzo Municipale, il Plotone in sfilamento renderà l’onore delle armi per il canto dell’Inno di Mameli. Ancora, l’esecuzione della canzone dedicata alla patrona dell’Arma dei Carabinieri, la Madonna “Virgo Fidelis”, cantata in un atmosfera particolare dallo stesso soprano e tenore.
Due i particolari momenti nel programma: il primo, assolutamente doveroso, gli onori ai caduti presso la Piazza Conte Ruggero che ospita il monumento a ricordo di coloro che sono morti per l’adempimento del dovere in armi. Di seguito, come detto, sempre in linea con la solennità della cerimonia, il canto dell’Inno Nazionale di fronte al palazzo Municipale. Al termine di questa sequenza, sempre percorrendo le vie cittadine in assetto di marcia, il Plotone si schiererà dinanzi al Palazzo della Pro Loco di Via San Silvestro, ove verrà effettuato il taglio del nastro che sancirà la definitiva inaugurazione della mostra. Al particolare momento parteciperanno le maggiori Autorità Provinciali.
La mostra, che rimarrà aperta sino al 18 luglio, presenterà numerosi contenuti, dall’alto valore tecnico-storico, attraverso l’esposizione di diversi manufatti e stampe di pregio, che vogliono ripercorrere le gesta e le vicissitudini di maggior rilievo dalla data di fondazione dell’Arma dei carabinieri, il 13 luglio 1814.
Tra i documenti fruibili al pubblico vi è la presenza di rare stampe dell’epoca post indipendenza, con atti originali relativi alla fondazione del Corpo dei Carabinieri Reali di Sicilia immediatamente dopo il 1860 e l’Unità d’Italia. Riferimenti all’epoca del Brigantaggio, con rari scritti completi di fotografie che si riferiscono ai maggiori briganti e banditi dell’ottocento, con particolare attenzione a quelli che hanno caratterizzato non solo la terra siciliana ma anche e soprattutto il territorio ennese, quali il bandito Giuliano, il bandito Salomone (Barrafranca, 1877), ed alcuni esponenti del banditismo delle madonie come Firrarello, Andaloro, i Fratelli Rapisarda (di Paternò, i quali giravano per il paese cercando di passare inosservati vestendo gli abiti da prete) ed altri. A ciò si aggiungano rari manifesti, tra i quali meritano certamente menzione quelli riferiti al terremoto di Messina del 1907 in cui l’Arma si è distinta in uno dei suoi compiti primari che è quello di concorso nelle operazioni di soccorso alla popolazione in caso di pubblica calamità; occasioni che, nella loro tragicità, contribuiscono ancora di più ad alimentare quel sentimento di vicinanza che da sempre connota i rapporti con le popolazioni anche più remote dell’Italia che, grazie alla profonda capillarità della nostra Organizzazione, trova sempre un Carabiniere non solo quale organo di repressione delle condotte illecite ma anche e soprattutto quale valida spalla e supporto prezioso nei momenti di maggiore difficoltà.
A completamento della mostra vi sono numerosi cimeli e divise d’epoca, che vanno dalla grande uniforme indossata dai primi militari del Corpo dei Carabinieri Reali (1814), alle uniformi campali dei primi del novecento, alle divise storiche che ancora oggi vengono indossate dagli allievi nelle Scuole Militari ed in Accademia. A ciò si aggiunga la presenza di un consistente ammontare di buffetteria, apparati radio ed equipaggiamento che nel tempo hanno costituito la dotazione dei reparti dell’Arma nei diversi servizi di istituto a quali ha partecipato nella sua secolare storia.
Non mancano, infine, accenni alla vita privata e di relazione che il Carabiniere, pur svolgendo un servizio così importante per la comunità, possiede in veste di normale cittadino. Sono presenti, infatti, numerose stampe e fotografie che documentano le “famiglie dell’Arma”, così ribattezzate da ciascun carabiniere che nella sua vita di militare condivide con i propri familiari più stretti le difficoltà ed i sacrifici che conseguono alla propria uniforme, testimonianze di momenti di convivialità e di intimità familiare, per svelare ancora una volta il volto umano del Carabiniere.Per concludere, le finalità della mostra risiedono principalmente nella volontà da parte dell’Arma dei Carabinieri di comunicare la propria vicinanza alla cittadinanza tutta, nel senso di condividere con quella le sorti della comunità non solo quale organo di controllo a fini repressivi ma quale valido supporto per la società nel giornaliero esplicarsi delle relazioni umane e commerciali. In tale ottica la partecipazione allo sfilamento ed alla cerimonia di inaugurazione di tutte le scolaresche e le associazioni della città di Regalbuto porta con sé un particolare valore simbolico. L’Arma, infatti, da quasi due secoli, rappresenta un elemento integrante della società. Nell’immaginario collettivo è sinonimo di rettitudine, senso del dovere ed altruismo, proprio grazie all’operato di chi, prima di noi, ha svolto il suo dovere in silenzio e con spirito di abnegazione. Tale circostanza, universalmente riconosciuta dal popolo italiano (e, da qualche tempo anche dalle popolazioni straniere, grazie all’impiego sempre maggiore e sempre più apprezzato dell’Arma nei territori flagellati da guerre civili) che in Parlamento le conferì il titolo di “Benemerita”, trova ancor maggiore senso in un territorio, come quello di Regalbuto, che possiede caratteristiche di pregio e trova nella legalità uno dei valori fondanti del suo tessuto sociale. A suggello dell’elevata importanza della cerimonia vi è la partecipazione delle maggiori Autorità civili e Militari del circondario.

DUE PREGIUDICATI ARMERINI TRATTI IN ARRESTO DAL COMANDO STAZIONE DI PIAZZA ARMERINA .

I Carabinieri del Comando Stazione di Piazza Armerina nel corso della mattinata odierna hanno tratto in arresto due pregiudicati armerini molto noti alle forze dell’ordine. Il primo ad essere stato tratto in arresto e posto agli arresti domiciliari è stato GOLINO Armando di anni 43. Il GOLINO Armando già gravato dalla misura dell’obbligo di presentazione giornaliero presso la sede del Comando Carabinieri di Piazza Armerina per una pregressa vicenda di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, aveva disatteso per diverse volte tale obbligo, presentandosi spesso e ingiustificatamente in orari successivi a quelli disposti dal Tribunale. Benché ammonito ha proseguito in tale atteggiamento che è stato segnalato all’ Autorità Giudiziaria; il Giudice Dott. Giovanni Milano del Tribunale di Enna ha ritenuto di disporne gli arresti domiciliari che sono stati per l’appunto eseguiti nella mattinata odierna . Dopo qualche ora di permanenza in casa il GOLINO Armando, ritenendo che la sua nuova situazione di soggetto sottoposto agli arresti domiciliari potesse forse essere attribuita o risolta dal personale dell’ Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Piazza Armerina è andato presso quelli uffici e non ottenendo le risposte che si aspettava, è andato in escandescenze iniziando a minacciare e distruggere quanto gli capitava sotto mano. Per tali ultimi fatti è stato bloccato dal personale della Polizia del Commissariato di Piazza Armerina che ha provveduto a trarlo ulteriormente in arresto, conducendolo questa volta in carcere.
Nel prosieguo della movimentata mattinata piazzese il personale della Stazione ha rintracciato e tratto in arresto il pregiudicato ARENA Davide, di anni 22. L’ Arena Davide era destinatario infatti di un ordine di arresto dovendo scontare la pena detentiva di cinque mesi di reclusione per una trascorsa vicenda per la quale era stato processato e condannato per i reati di violazione di domicilio e minaccia. Rintracciato nel centro di Piazza Armerina , dopo la compilazione degli atti di rito l’ARENA è stato condotto presso la Casa Circondariale di Piazza Armerina.
Nell’udienza di convalida dell’arresto di CASSIBBA Corrado (il pluripregiudicato di origine siracusana tratto in arresto nella giornata di lunedì 22.06.2009 dal Nucleo Radiomobile per guida senza patente e violazione delle norme sulla sorveglianza speciale) tenutasi questa mattina, lo stesso è stato condannato alla pena di mesi cinque di reclusione che dovrà scontare in regime di detenzione domiciliare presso la sua abitazione in Siracusa.

Operazione "Green Line".


Sono venti gli ordini di custodia cautelare emessi a seguito dell’operazione “Green Line” che ha sgominato l’organizzazione mafiosa che si stava lentamente ricostituendo in provincia di Enna puntando sulle richieste di pizzo ma anche su minacce, furti e danneggiamenti . Gli ordini di custodia cautelare sono stati richiesti dalla Dda di Caltanissetta a seguito di un grande lavoro della squadra mobile di Enna e del commissariato di leonforte che hanno fatto pedinamenti ed usufruito di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Secondo gli inquirenti per ottenere dagli imprenditori il pagamento del pizzo, i mafiosi ennesi sostenevano che le loro richieste erano “oneste” se confrontate con quelle che venivano imposte da Cosa Nostra nell’area del palermitano. Spesso inoltre il modus operandi consisteva nell’operare raid contro ruspe, escavatori o camion di imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, o mezzi di imprenditori agricoli chiedendo poi tangenti per la restituzione. Secondo quanto emerso dalle indagini il gruppo criminale avrebbe anche cercato di dire la sua sulle elezioni comunali di Enna del 2005 sostenendo un candidato poi non eletto. Durante la conferenza stampa della Dda non sono state rese note le generalità del personaggio politico. Per ora è trapelato solamente che non si trattava di uno dei candidati a sindaco ma di un personaggio di secondo piano. A guidare questa organizzazione era Giancarlo Amaradio 31enne di Enna, pupillo del boss Gaetano Leonardo capo della famiglia ennese di Cosa Nostra che era stata dilaniata dall’operazione denominata “Parafulmine” portata a termine nel 2001. L’uomo, uscito da poco dal carcere dopo una condanna ad otto anni aveva collaboratori in altri paesi della provincia. A finire in manette sono stati i leonfortesi natale Cammarata, Giusepppe Di Franco, Emanuele Fortunato, Davide Tirenni e Umberto Pirronitto; gli agirini Gianni Briga, Vincenzo D’Agostino, Antonio e Giovanni Scaminaci; i valguarneresi Gaetano Giovanni D’Angelo, Alfonso Di Marco e Domenico Ruisi, l’aidonese Nunzio Gagliano, l’assorino Angelo Salatino, Giacomo Miano di Castel di Iudica, Giuseppe Miracolo di Adrano e Alessandro Cangemi. E’ giusto sottolineare che solo per sette di loro l’accusa è quella di associazione a delinquere di stampo mafioso. Alcuni di loro sono accusati solo di reati minori ma a tutti salvo che all’imprenditore Miano è contestato di aver agito per favore Cosa Nostra. Uno degli arrestati, il leonfortese Emanuele Fortunato è accusato solo di porto abusivo di fucile calibro dodici. C’è anche un ricercato, Luigi russo sulle cui tracce sono gli agenti del commissariato di civitavecchia. 8 gli avvisi di garanzia emessi.